Dalla Relazione Geologica allegata al progetto di ampliamento della cava, risultano essere presenti in quel luogo, due falde acquifere: una falda profonda detta “artesiana” e una superficiale definita “Falda Freatica”.
Quest’ultima Falda Freatica superficiale, assume un ruolo rilevante nella Valutazione di Impatto Ambientale, perché è tutelata dalle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.A.E. Puglia, nello specifico dall’art. 15 che recita:
“(Tutela delle acque nelle cave di pianura e fondo valle)
Nelle cave è fatto divieto di mettere a giorno la superficie della falda freatica.
La profondità delle cave a fossa in pianura deve mantenersi almeno a 1,5 metri al di sopra del massimo livello della falda freatica.”.
L’ampliamento in progetto (trattasi di cava a fossa in pianura) prevede uno scavo con quota ben al di sotto del massimo livello della falda freatica e – pertanto – risulta in palese contrasto con quanto previsto dalla succitata norma di tutela delle acque nelle cave in pianura del P.R.A.E. vigente.
La variante del P.R.A.E., nonché delle Norme Tecniche di Attuazione approvata successivamente, con D.G.R. n. 445 del 23/02/2010, prevedono lo stesso regime di tutela della acque nelle cave in pianura, per la falda freatica (Art. 22 delle N.T.A.);
Quindi vi sono valide motivazioni insieme alle precedenti, perché sia espresso un parere NEGATIVO alla procedura V.I.A. in corso.
Auspichiamo dunque, per i motivi succitati, che il Comune attraverso l’istituto dell’autotutela, annulli la delibera di Consiglio Comunale del n.36 del 4 dicembre scorso e con essa la convenzione sottoscritta con Colacem spa, intraprendendo contestualmente tutte le attività necessarie a tutela dell’ambiente e del paesaggio, costantemente deturpati.