Le Associazioni: Forum Amici del Territorio di Cutrofiano, CittadinanzAttiva Puglia, Italia Nostra sez. sud Salento, Coordinamento Civico Ambiente e Salute, NoiAmbiente e Beni Culturali di Galatina, diffidano il Servizio Tutela e Valorizzazione Ambiente della Provincia di Lecce, dal procedere all’esame del progetto della nuova istanza di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), per l’impianto di produzione clinker (cemento) sito in Galatina (LE) di Colacem S.p.A., perché si rileva una illegittimità procedimentale, per il fatto che una nuova procedura di riesame dell’AIA non può sostituire la precedente autorizzazione già approvata, per giunta senza migliorie sotto l’aspetto della tutela ambientale.
I Fatti.
Il cementificio di Galatina del colosso Colacem S.p.A., per poter produrre il cemento, ha bisogno dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), un provvedimento che mira a verificare la compatibilità ambientale dello stabilimento.
Per tale motivo, alla scadenza decennale dell’AIA rilasciata dalla Regione Puglia con la Determinazione Dirigenziale n. 42 del 29.07.2009, la ditta ha chiesto il rinnovo del provvedimento presso il Servizio Tutela e Valorizzazione Ambiente della Provincia di Lecce, ente delegato al rilascio dell’autorizzazione.
Dopo un lungo iter, che ha visto contrapporsi le necessità economiche e produttive del colosso industriale, con le istanze di maggior tutela ambientale e sanitaria dei Comuni interessati, insieme a diverse associazioni di Cittadini, il Dirigente Provinciale di Settore ha autorizzato il rinnovo dell’AIA con atto di Determinazione di settore n. 71 del 22.02.2018, iscritto al n.282 del Protocollo Generale, e successive integrazioni.
A questo punto, i Comuni di Galatina e Soleto, in adiuvandum con i Comuni di Corigliano d’Otranto, Aradeo, Martano, Cutrofiano, Sogliano Cavour, ritenuto il provvedimento AIA insufficiente, ai fini della tutela dell’ambiente e della salute dei Cittadini hanno proposto ricorso disgiuntamente dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia, contro Colacem S.p.A, per l’annullamento della determinazione della Provincia di Lecce, di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale al cementificio di Galatina e di ogni altro atto consequenziale.
In risposta, nonostante l’atteso giudizio del TAR ad Ottobre, la ditta con nota prot. n. 13731 del 30/03/2021 ha proposto istanza di riesame per rivedere integralmente l’Autorizzazione Integrata Ambientale già rilasciata dalla Provincia di Lecce.
Un maldestro tentativo della società di costituire ad arte una sorta di doppio binario, al fine di superare con il nuovo procedimento AIA l’eventuale giudizio negativo del TAR, che metterebbe in seria difficoltà il futuro dello stabilimento di Galatina.
La Provincia di Lecce, da canto suo, anziché dichiarare improcedibile l’istanza di Colacem, ha dato corso ad un giudizio di riesame parallelo, chiaramente finalizzato ad eludere l’esito del giudizio innanzi al TAR e la pesante relazione della consulenza tecnica d’ufficio incaricata dal collegio giudicante.
I timori di Colacem, di un probabile giudizio sfavorevole del TAR e il tentativo di trovare strada alternativa seppur illegittima, si possono dedurre leggendo le criticità rilevate nella relazione della consulenza tecnica d’ufficio incaricata dal collegio giudicante, specie nella mancanza di trasparenza e certezza nei controlli e nella composizione chimico-merceologica dei rifiuti utilizzati unitamente per produrre il cemento. Le carenze riguarderebbero anche: emissioni, rifiuti, scarichi, privi di dati tecnici e trasmessi su diverse basi temporali rispetto ai limiti stabiliti, sforamenti dei limiti di concentrazione degli inquinanti, assenza di dati sulla potenza termica dell’impianto, di prescrizioni delle materie prime impiegate e sulla quantità e qualità dei rifiuti, senza alcun vincolo all’impiego di pet-coke in alternativa al carbone fossile essendo essi clamorosamente ed erroneamente considerati equivalenti.
Auspichiamo che questo tentativo da parte di Colacm S.p.A. non sia l’inizio di una nuova contrattazione a ribasso con i Comuni interessati, al fine di raggiungere un accordo extragiudiziario che pone fine al contezioso al TAR senza raggiungere sentenza di merito.