Si può visitare il “Parco dei Fossili” in contrada “Lustrelle”, in assoluta sicurezza o c’è qualche pericolo?


Il “Forum Amici del Territorio ETS”, avrebbe voluto sviluppare un progetto di innovazione sociale all’interno dello spazio pubblico nel Parco dei Fossili di Cutrofiano, quale Geosito e ambiente ri-naturalizzato, sembrava avere caratteristiche idonee allo scopo.

Per questo motivo abbiamo richiesto al Comune la documentazione necessaria, tra questi documenti occorreva avere atti che certificassero la sicurezza del luogo da qualsiasi pericolo, per l’accesso libero a gruppi di visitatori.

Ma la lettura della documentazione ricevuta, ci ha lasciati un po’ perplessi e basiti.

Apprendiamo che il certificato di agibilità è stato emesso solo ed esclusivamente per l’edificio adibito a Museo Malacologico posto all’interno del parco dei Fossili.

Gli unici cartelli di cui si raccomanda l’istallazione, indicano il pericolo per l’eventuale presenza di rettili e prescrivono di mantenersi vicini alla staccionata di protezione, quest’ultima peraltro è composta da tronchetti di legno che non impediscono il passaggio di bambini o ragazzi negli interstizi della struttura.

Nel documento  «Valutazione dei Rischi, Documento per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori», che nulla ha a che vedere con la sicurezza dei visitatori del parco, ma che comunque è indicativo nella valutazione del rischio, si legge: ”Attualmente il Parco, non presenta le condizioni minime di sicurezza per poter essere utilizzato agli scopi di cui sopra, in quanto da un’analisi dei luoghi scaturisce che: mancano le protezioni anti caduta sul ciglio delle scarpate, ciò può essere causa d’innesco del fattore di rischio di cadute dall’alto, la potatura degli alberi e degli arbusti non viene effettuata da tempo e pertanto lo stato di semiabbandono e di rottura di rami degli alberi può comportare la causa d’innesco del fattore di rischio caduta oggetti dall’alto, mentre gli arbusti la causa d’innesco di impigliamento e caduta in piano. … . Infine lo stato di semiabbandono degli arbusti e degli alberi e del loro mancato disboscamento può certamente essere causa d’innesco del fattor di rischio incendio.”.

Il Parco dei Fossili non è un bosco in piano, libero da ogni ostacolo, ma una ex cava per l’estrazione dell’argilla a cielo aperto e come tale ha dei pericoli intrinseci, inoltre è recintata per tutto il suo perimetro e l’unica via di fuga sembra essere il portone d’ingresso posto sulla strada comunale denominata “Pagliare – Pozzo Dolce”.

All’interno della cava esistono canali di scolo delle acque meteoriche e laghetti artificiali e non tutti sono messi in sicurezza.

Infine, l’area boscata e pinetata contorna le pareti della ex cava e ricopre una superficie di circa 7 ettari, un potenziale rischio di incendio che non può essere ignorato.

Da quanto a nostra conoscenza, per il Parco dei Fossili sembra mancare ad oggi, uno studio di verifica e valutazione della pericolosità e dei rischi per i visitatori, a poter svolgere percorsi guidati, attività sociali, educative e ricreative e una certificazione del numero massimo ammissibile di visitatori, all’interno del sito.

Mancano altresì, le dotazioni minime antincendio da concordare con i VV.FF., un Piano di Emergenza e di Evacuazione rapportato al numero massimo di avventori previsti, che indichi le vie di fuga, le aree di sicurezza e l’ubicazione delle apposite segnaletiche di sicurezza, per non parlare della mancanza di percorsi e di dispositivi, idonei al superamento delle barriere architettoniche a garanzia del diritto di accesso ai luoghi pubblici da parte di portatori di handicap, assenti persino sul sentiero che conduce al Museo Malacologico.

Quindi con queste condizioni precarie di sicurezza del Parco dei Fossili (a meno di documenti inediti che smentiscano), com’è possibile concedere ancora oggi, l’utilizzo del Parco per visite guidate, attività educative e ricreative e capeggi anche in tarda serata, per adulti, comitive studentesche e persino bambini?

Per tali motivi, chiediamo cortesemente a chi di competenza, un riscontro di quanto detto e nel caso l’emanazione di un’ordinanza di divieto di accesso nell’ex cava, con l’installazione di appositi cartelli di pericolo sul perimetro della stessa, per la salvaguardia e la sicurezza di eventuali avventori, fino alla messa in sicurezza del sito, secondo le norme vigenti.